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La Preistoria della Sardegna candidata italiana Unesco 2025

La Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO ha proposto le “Domus de janas” come candidatura italiana per il Patrimonio Mondiale dell’UNESCO 2025. Questi complessi monumentali preistorici in Sardegna, datati tra il V e il III millennio a.C., rappresentano una testimonianza eccezionale del sistema culturale dell’isola fino all’Età del Bronzo. Le domus riflettono credenze e pratiche magico-religiose, mantenendo viva la tradizione culturale sarda.

Un ricordo di Enrico Atzeni

Enrico Atzeni, illustre archeologo sardo, è deceduto. La sua brillante carriera accademica, inclusi contributi fondamentali nella plastica neolitica e nei contesti archeologici come Monte Claro e Pranu Muttedu, è stata celebrata. La sua meticolosa metodologia e l’innovativo metodo di ricerca hanno fornito una preziosa comprensione della preistoria sarda. Atzeni ha illuminato aspetti culturali e socio-economici delle comunità preistoriche, guidando ricerche anche in Corsica e nelle Baleari. La sua eredità persiste, essendo una fonte imprescindibile per gli archeologi, e la sua passione per la preistoria ha ispirato molte generazioni.

Alla ricerca degli ultimi Neanderthal – nuovo progetto ERC finanziato con 13 milioni di euro

Un nuovo progetto di ricerca con un finanziamento di 13 milioni di euro da parte dell’ERC, condotto dall’Università di Siena insieme alle Università di Bologna e di Haifa, cerca di rispondere a domande fondamentali sull’estinzione dei Neanderthal. Esplorando nuove aree geografiche, il progetto si propone di ricostruire la catena di eventi che ha portato alla scomparsa di questa specie. Gli scienziati concentreranno le loro indagini su interazioni tra Neanderthal, Denisoviani e Homo sapiens, al di là dei tradizionali siti archeologici dell’Europa occidentale e centrale.

I Gessi e le grotte dell’Appennino emiliano-romagnolo patrimonio mondiale dell’Umanità

Le grotte e le formazioni carsiche dell’Appennino emiliano-romagnolo sono state riconosciute come patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco. Questo importante risultato è stato ottenuto grazie all’impegno della Regione Emilia-Romagna e di altri enti e istituzioni locali. Le grotte e le rocce evaporitiche presenti nella regione sono state riconosciute come uniche e rappresentative a livello mondiale. Si tratta del sesto sito naturale italiano ad ottenere questo riconoscimento e del secondo per l’Emilia-Romagna. Questo riconoscimento permetterà di valorizzare e proteggere questo patrimonio ambientale unico, offrendo al contempo un’opportunità per la promozione culturale e socio-economica del territorio.

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