La raccolta del Paleolitico francese del Museo Civico di Modena

MOSTRA
PRIMORDI: La raccolta del Paleolitico francese del Museo Civico di Modena
Museo Civico, Modena, Palazzo dei Musei, Largo Porta Sant’Agostino 337 – aperta fino a giugno 2022, ingresso gratuito su prenotazione https://www.museocivicomodena.it/it/info-utili
Il progetto di studio e valorizzazione della collezione si inserisce nel solco della riscoperta di raccolte di formazione ottocentesca conservate nei depositi. Dopo la “riscoperta” della raccolta egiziana, è ora la volta di una collezione di manufatti paleolitici in selce provenienti dalla valle della Somme, in Francia.
Anche in questa occasione lo studio archeologico dei reperti, affidato a Marta Arzarello del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara, è stato affiancato dalle ricerche sulle modalità di formazione di una raccolta dal valore fortemente evocativo. Fu infatti il pioniere degli studi preistorici Boucher de Perthes a raccogliere per primo nella valle della Somme, a metà dell’800, numerosi manufatti del tutto simili a quelli della raccolta modenese e ad associarli a resti paleontologici. Questa ed altre scoperte diedero l’avvio agli studi di Preistoria in Europa ed ebbero grande rilievo nel dibattito fra creazionisti ed evoluzionisti che contribuì alla nascita della Preistoria come disciplina scientifica e alla fondazione di musei come quello di Modena, che proprio quest’anno celebra il 150° anniversario.

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Rassegna Stampa “Porto Badisco nel cinquantenario della scoperta” – Aggiornata al 19/04/2021

Continua la mostra virtuale Porto Badisco nel cinquantenario della scoperta  ancora visitabile per i prossimi mesi da questo link

La mostra ad oggi ha ricevuto più di 3100 visite.

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L’IIPP premiato alla Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico

L’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria ha partecipato alla XXIX Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico di Rovereto, presentando il filmato “La fragilità del segno“, ricevendo la
Menzione speciale ARCHEO
La prima menzione è stata attribuita dalla redazione di Archeo, che da quest’anno collabora con la manifestazione roveretana. Sono stati valutati i 15 film in concorso che avevano per tema la valorizzazione e la conservazione del patrimonio italiano. Andreas M. Steiner , direttore di Archeo, ha consegnato il premio a
La fragilità del segno
Regia: Vincenzo Capalbo e Marilena Bertozzi
prodotto da: Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria
Motivazione: Menzione Archeo a «La fragilità del segno», per la sua sapiente capacità di unire, seguendo un filo rosso coerente e dinamico, fotografie, filmati e suoni d’epoca a ricostruzioni digitali, facendo «rivivere», nel miglior modo possibile, quel meraviglioso mondo perduto rappresentato dall’arte rupestre sahariana (già definito dal segretario delle Nazioni Unite Kofi Annan «patrimonio dell’umanità») quale è emerso dalle straordinarie e avventurose ricerche condotte nella prima metà del Novecento dallo studioso italiano Paolo Graziosi.

Il filmato è stato prodotto dall’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria nel 2017, a partire dalla video installazione immersiva di Vincenzo Capalbo e Marilena Bertozzi, per la mostra “La fragilità del segno. Arte rupestre dell’Africa nell’archivio dell’IIPP“. Il filmato ha già ricevuto il Golden Prize al Festival of Audiovisual International Multimedia Patrimony 2018 dell’AVICOM, nella categoria Creative Exhibitions Installations.
Consulenza scientifica di Anna Revedin, Luca Bachechi, Arndrea De Pascale, Silvia Florindi.
Con il contributo di: Fondazione CR Firenze, MIUR-Legge 6/2000