Ci ha lasciato alcuni giorni fa, all’età di 86 anni, il Prof. Gian Luigi Carancini, un altro grande
protagonista della Preistoria e Protostoria italiana.
Laureatosi nel 1962 presso l’Università Sapienza di Roma con una tesi in Paletnologia su “L’industria musteriana pugliese” coltivò in anni giovanili anche la passione per i film di animazione e per la fotografia, dedicandosi a partire dalla metà degli anni sessanta con grande
impegno all’archeologia pre-protostorica, in particolare seguendo il Prof. Luigi Cardini e successivamente il Prof. Renato Peroni, con il quale condivise un lungo sodalizio professionale, condividendone l’impostazione metodologica e collaborando sul piano scientifico e didattico. Alla
fine degli anni settanta vinse la cattedra di Protostoria Europea presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Perugia, posizione che mantenne fino al 2008, quando andò in pensione.
Della sua vasta e significativa produzione scientifica ricordiamo i volumi dei Präistorische
Bronzefunde dedicati agli spilloni e alle asce, le ricerche condotte nella Conca Velina e nella Grotta Pavolella di Cassano Ionio. L’ultima sua importante pubblicazione risale al 2023 con il volume dal
titolo “Contributi relativi all’eneolitico della penisola italiana” nel quale ha pubblicato un importante e consistente contributo intitolato “Tipologia e cronologia delle asce di rame eneolitiche dell’Italia continentale”.
Il suo impegno scientifico è stato fortemente orientato ad un rigoroso e sistematico sforzo di classificazione e di proposta cronologica e a questi argomenti ha dedicato molti sui contributi, fra cui il volume pubblicato assieme a Renato Peroni intitolato “L’età del bronzo in Italia: per una
cronologia della produzione metallurgica”. I suoi interessi riguardavano anche i modelli
interpretativi sul piano storico, affrontati in particolare in un articolo del 2018 intitolato “La lezione di metodo di Renato Peroni e la sua visione della protostoria come evoluzione della dialettica dei gruppi sociali: dalla comunità di villaggio alla vigilia delle società di classi” in cui pur
riconoscendosi nella visione di Peroni propose alcune revisioni alla sua teoria delle formazioni economiche-sociali.
Negli ultimi anni, pur essendo più distante dalla vita pubblica, non aveva abbandonato i suoi interessi e aveva continuato, sempre in modo dialettico, a coltivare le sue passioni.
Lascia a tutti noi, anche a coloro che sono stati distanti dalle sue posizioni scientifiche, un rilevante contributo alla nostra disciplina.