La notte tra il 5 e il 6 febbraio è venuto a mancare dopo una lunga malattia all’affetto dei suoi cari e di quanti, amici e colleghi, hanno avuto il piacere di conoscerlo e di lavorare con lui, Jacopo De Grossi Mazzorin (1954-2023), studioso di archeozoologia di fama internazionale.
Dopo un periodo di servizio presso la Soprintendenza Archeologica dell’Abruzzo, per ben 18 anni (dal 1983 al 2001) ha lavorato presso la Soprintendenza Archeologica di Roma assegnato all’Ufficio Preistoria e Protostoria e incaricato della cura e dello studio dei resti faunistici provenienti dagli scavi archeologici. Dal 1996 è stato il responsabile del primo “Laboratorio di archeozoologia” della Soprintendenza, specializzandosi nel settore anche grazie alla partecipazione a un corso di archeozoologia del noto studioso ungherese Sándor Bökönyi.
In quegli stessi anni ha tenuto corsi e seminari presso diverse Università divenendo nel 2001 Professore Associato di Archeozoologia presso la Facoltà di Beni Culturali dell’Università di Lecce (oggi Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento).
In questa veste Jacopo De Grossi ha partecipato, oltre che a diversi scavi nel nostro paese, alle missioni archeologiche italiane in Siria, Turchia, Grecia, Tunisia, Nepal, Repubblica Dominicana e Malta, ha tenuto corsi e seminari di archeozoologia presso la Scuola Normale Superiore di Parigi e le università di Barcellona, Valencia, Oslo, Tarragona e Pretoria (Sudafrica) ed è stato responsabile di diversi progetti di ricerca, nazionali e internazionali.
Ebbe un ruolo di primo piano nella fondazione dell’Associazione Italiana di Archeozoologia, di cui è stato anche presidente dal 2011 al 2017; dal 1990 è membro corrispondente dell’ICAZ (International Council for Archaeozoology), dal 1993 al 2008 è stato socio dell’Istituto Italiano di Paleontologia Umana. Dal 1994 al 2005 è stato membro collaboratore dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria.
Oltre ad aver formato decine di specialisti sia mentre era in Soprintendenza, sia nei lunghi anni di insegnamento a Lecce, a lui si deve il primo manuale scientifico pubblicato nel nostro paese (Archeozoologia. Lo studio dei resti animali in archeologia, Roma-Bari 2008), oltre a quasi 250 pubblicazioni relative a resti animali di siti di età preistorica, protostorica, classica e medievale e di ambito fenicio-punico e orientali.
Particolarmente importanti i suoi lavori sulle faune dei contesti dell’età del bronzo dell’Italia settentrionale, quelli sull’introduzione del cavallo o sull’utilizzazione di alcune specie animali (in particolare le faune ittiche) nella nostra penisola, le analisi condotte in tutti i principali contesti archeologici del centro storico di Roma.
Jacopo De Grossi Mazzorin lascia insomma un vuoto incolmabile nella comunità scientifica che ha avuto modo di apprezzare le sue grandi doti scientifiche e umane.
Alessandro Guidi