Nella notte del 30 giugno scorso è mancata a Roma la prof.sa Anna Maria Bietti Sestieri (1942-2023), nota a livello internazionale come uno dei maggiori studiosi di Protostoria del nostro Paese.
Anna Maria Sestieri, laureata in Etruscologia col Prof. Massimo Pallottino nel 1965, a partire dai primi anni ’70 ha svolto una intensa attività di tutela e ricerca nei ruoli del Ministero dei Beni Culturali quale Funzionario, Soprintendente (in Abruzzo, dal 1995 al 2003) e poi Dirigente presso la Direzione Generale Archeologia. Dal 2006 al 2013 è stata Ordinario di Preistoria e Protostoria all’Università del Salento.
I suoi interessi si studio sono stati rivolti specificamente alla Protostoria italiana e ai suoi collegamenti col Mediterraneo e l’Europa, e più estesamente ai problemi di teoria e di metodo della ricerca. Tra i numerosi contesti da lei indagati, i più noti sono i complessi dell’età del Ferro nel territorio di Roma (l’abitato di Fidene, la necropoli di Castiglione e quella di Osteria dell’Osa, la cui edizione resta un caposaldo) e l’insediamento del Bronzo finale di Frattesina nel Polesine, che è oggetto tra l’altro delle ultime pubblicazioni comparse a suo nome (Memorie dell’Accademia dei Lincei 2019, con la collaborazione di Paolo Bellintani e Claudio Giardino). Ha inoltre progettato o collaborato ad esposizioni temporanee, allestimenti museali (es. sezione protostorica nel Museo Nazionale Romano, Museo dei Grandi Fiumi a Rovigo) e convegni scientifici, a partire da numerose Riunioni Scientifiche dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria.
Il suo valore scientifico le ha portato fama internazionale e numerosi importanti riconoscimenti: era infatti membro dell’Institute for American Archaeology, della British School at Rome, dell’Istituto Archeologico Germanico, dell’Accademia dei Lincei; nel 1996 aveva ottenuto l’ Europa Prize dalla Prehistoric Society. Ma tra i meriti di questa studiosa dallo spirito libero e battagliero va anche ascritta la capacità di accendere discussioni e dibattiti, fondamentali per aprire nuove vie alla ricerca.
La sua scomparsa è un grave lutto per la comunità scientifica italiana e in particolare per Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, che le deve molto. Per molti anni è stata infatti membro del suo Consiglio Direttivo e ne ha tenuto la Presidenza dal 2003 al 2009, ristrutturandone positivamente l’assetto organizzativo, spinta dal senso critico e dalla volontà innovativa che le erano innate.