Torna agli articoli

Gli scavi nella grotta n. 3 di Latronico (Nota preliminare)

Atti della XX riunione scientifica IIPP, in Basilicata

Gli scavi nella Grotta n. 3 di Latronico hanno messo in luce una imponente serie stratigrafica della potenza complessiva di circa 8 metri. I tagli inferiori (35-17) hanno dato materiali piuttosto scarsi riferibili al secondo aspetto della corrente culturale della ceramica impressa, qui caratterizzata da file, isolate o variamente disposte, di impressioni ad unghiate, da impressioni a rocker e da ceramiche figuline dipinte con bande o riquadri rossi spesso associati al bianco che compare anche come unico colore. Nell’industria litica si avvertono influssi tardenoidi, soprattutto per l’abbondanza dei trapezi e delle lame a ritocco denticolato, che sembrano riconnetterla con il complesso di Tuppo dei Sassi (Potenza). L’orizzonte a ceramica impressa termina con un crollo di notevoli dimensioni che distrugge buona parte della volta della grotta riducendola ad un piccolo riparo. Segue un livello piuttosto sottile, addossato ai massi di crollo (tagli 16-15), con ceramiche, per lo più dipinte, della cultura di Serra d’Alto. Nella formazione successiva (tagli 14-8) la maggior parte del materiale, relativamente abbondante, appartiene alla cultura di Diana, ma continuano i frammenti tipo Serra d’Alto. Alcuni frammenti di ceramica fine sono decorati con motivi a graffito oppure con piccoli punti impressi. Nell’industria litica sono numerose le lame ritoccate, le troncature, i trapezi e le semilune; compaiono le cuspidi di freccia; l’ossidiana raggiunge in questo momento la massima diffusione. L’ultima serie di tagli (7-1) ha spiccati caratteri di luogo di abitazione, sia per il tipo di sedimento che per lo stato di conservazione del materiale. La ceramica è abbondantissima, costituita per la maggior parte dalla classe con superfici rese scabre dall’applicazione di scaglie embricate e di listelli di argilla, spesso decorata con bande o triangoli riempiti da tratteggio, reticolo, impressioni, motivi a punti impressi, leggere solcature e incisioni che talora delineano complessi meandri. Nell’industria litica sono sempre abbondanti le lame ritoccate, le cuspidi di freccia e i geometrici, tra i quali, accanto alle semilune, compaiono i trapezi simili a quelli tipici del Gaudo. Con questo orizzonte, attribuibile all’Eneolitico, terminano le vicende della Latronico 3. Un secondo crollo infatti ha distrutto quanto rimaneva della volta del riparo.

G. CREMONESI – Gli scavi nella grotta n. 3 di Latronico (Nota preliminare)

Codice Fiscale: 01322310481 Powered by Webshop – Web Agency Pescara