Atti della XX riunione scientifica IIPP, in Basilicata
L’autore considera questa nota sul popolo lucano come uno dei capitoli d’un suo vasto lavoro, già compilato, sulla «Composizione etnica della popolazione italiana ». Egli ritiene essere il popolo lucano il diretto discendente in via geno-fenotipica ed etnica di una scarsa ominazione sorta nella Basilicata sin dal Quaternario. In base alla sua sistematica egli ascrive il popolo lucano all’etnia sannita che fa parte del complesso delle popolazioni italiche che sono, per l’autore, di Razza Mediterranea. Sotto tale aspetto ne traccia i confini, che sono ben diversi da quelli della regione Basilicata. Il popolo lucano formava una piccola comunità tribale di stretta osservanza endogamica. Egli stima il territorio di questo popolo essere di circa 12.000 km2 con una popolazione, verso la metà del I millennio a.C., di 120-130.000 individui. Il popolo lucano, durante il corso della sua evoluzione e dei molti millenni trascorsi, non ha subito immigrazioni in massa di altre popolazioni, né è stato leso nel suo patrimonio . geno-fenotipico da coloni greci o dei Barbari. Egli respinge pure la tesi che nel periodo romano vi sia stata una migrazione di Piceni nel territorio lucano e corrobora questo giudizio con dati biometrici e demografici. L’aspetto fenotipico del popolo lucano si può riassumere in tre valori essenziali: indice cefalico 80,7; statura dei coscritti d’un secolo fa 1627; statura dei coscritti attuali 1673. Tutte le caratteristiche che egli ha preso in considerazione mostrano un’ottima omogeneità, il ché appoggia la sua tesi sull’unità, unicità e compattezza del popolo lucano. Egli ritiene che questa sua tesi sull’omogeneità fenotipica dei lucani sia confortata dai dati esposti dalla Dr.ssa Borgognini Tarli relativi al suo studio su una serie di resti schelettici umani del Neolitico trovati nella Basilicata. L’autore tratta pure delle eventuali mistioni avvenute ai confini con altri popoli sanniti e con l’etnia jàpigia; con quest’ultima si è creato un notevole processo d’ibridizzazione. Tutte queste induzioni sono appoggiate da dati e calcoli dell’autore. Avendo egli già elaborato i dati sulla statura dei coscritti lucani attuali, ha potuto calcolare ed analizzare l’incremento secolare della statura del popolo lucano (46 mm, pari al 2,8%), incremento che egli ascrive in gran parte alla migliorata alimentazione che, a sua volta, è in funzione di elementi economici, i quali, sia pure di poco, hanno preso un livello più alto. Egli appoggia questa sua tesi con il fatto che a maggiore reddito individuale si accompagna un aumento percentuale della statura, e viceversa.
M. CAPPIERI – Il popolo lucano sotto l’aspetto antropologico