La riscoperta di un’ingente parte del carteggio tra il fondatore dell’IIPP Paolo Graziosi ed il Soprintendente alle Antichità – prima della Liguria e successivamente della Sicilia Orientale – Luigi Bernabò Brea, permette di approfondire il contesto in cui si svilupparono i loro rapporti professionali e personali. Ma non solo: il carteggio ci restituisce la fotografia di un momento unico e preciso in cui furono poste le basi per una rinascita della ricerca preistorica in Italia.
Questo è stato possibile grazie al Museo “Luigi Bernabò Brea” nelle persone del Direttore Rosario Vilardo e del Funzionario Direttivo Archeologo Maria Clara Martinelli che, una volta ritrovati i documenti, hanno voluto condividere con l’IIPP questa scoperta trasmettendo le missive scansionate in formato digitale.
Queste lettere sono state scritte e inviate tra il 1943 e il 1954 e testimoniano undici anni di corrispondenza tra i due studiosi in cui emerge non solo un confronto continuo tra archeologi, ma anche una stima reciproca e una profonda amicizia.
Molto significativa è la prima lettera, del 23 agosto 1943, in cui Graziosi esprime a Bernabò Brea il desiderio di pubblicare “una nuova rivista di preistoria la quale dovrebbe trattare, con criteri moderni, in particolare modo dei problemi del paleolitico, ospitando però anche articoli e memorie sul neolitico e i metalli”. Graziosi, nonostante le difficoltà di quel periodo legate al conflitto bellico, prevede di pubblicare il primo numero nel 1946, come di fatto è poi avvenuto nel 1946 con l’uscita del primo volume della Rivista di Scienze Preistoriche.
Le numerose missive inviate nel corso degli anni ci rivelano la continua e intensa collaborazione tra i due studiosi. Ne sono un esempio le lettere in cui Graziosi esorta Bernabò Brea a inviargli i suoi contributi affinché vengano pubblicati sulla Rivista di Scienze preistoriche e sul Notiziario di Preistoria e Protostoria; non mancano le comunicazioni sull’invio di materiale archeologico e fotografico tra i due studiosi, ulteriore prova del loro stretto rapporto professionale.
Nelle 56 missive, composte da circa un centinaio di pagine, vengono citati scavi e progetti che hanno segnato la storia dell’archeologia tra i quali i primi scavi a Levanzo, la scoperta e la relazione del primo sopralluogo a Grotta della Strega a Toirano, notizie di scoperte allora inedite riguardo pitture rupestri nella Sicilia Orientale, le Arene Candide e San Teodoro.