In attesa che venga pubblicata, si riporta la lettera inviata oggi al Direttore di Libero quotidiano, Vittorio Feltri
Egregio Direttore,
La manifesta assurdità della tesi sostenuta nell’articolo di Mario Giordano su “Libero” del 15 luglio ‘Tutta colpa degli archeologi. La tragedia del treno causata da tre ciotole’ mi obbliga a ribattere, anche a nome dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, condividendo in pieno la deplorazione già espressa dal Consiglio Superiore Beni Culturali e Paesaggistici del MiBACT.
Attaccare e irridere ciò che non si conosce – come ogni parola dell’ articolo denota – è un atto di inciviltà e di arroganza che non può passare sotto silenzio quando è manifestato pubblicamente.
La salvaguardia delle testimonianze storiche, comprese quelle più antiche, è sancita dalla legislazione italiana e attuata mediante le procedure dell’archeologia preventiva. Nel caso della preistoria, poi, lo scavo archeologico comporta in sé stesso la rimozione delle testimonianze: nei miei 37 anni di servizio come archeologa preistorica presso una Soprintendenza non ho mai diretto un cantiere che abbia impedito la realizzazione di un’opera pubblica o privata. Viceversa, ho visto spesso cantieri archeologici usati come capri espiatori (anche se quasi mai con la violenza usata da Giordano) per coprire inefficienze o responsabilità altrui: in questo caso, a chi giova questo attacco ? E’ solo teso a rendere protagonista l’autore ? In tal caso, è ben cinico il suo atteggiamento, non tanto verso l’archeologia, quanto verso tutti coloro che hanno sofferto questa tragedia.
Maria Bernabò Brea
Presidente dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria