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A review of the evidence for the antiquity of man in the New World

Rivista di Scienze Preistoriche, vol. IV, (1949)

Questo articolo, sui recenti sviluppi del problema dell’antichità dell’uomo nel Nuovo Mondo, ha lo scopo di informare coloro che non si occupano in particolare di Americanistica. Non si conosceva una vera cultura paleolitica nelle Americhe, fino a che nel 1927 il ritrovamento di punte scanalate a Folsom (Nuovo Messico) non dette una prova sicura dell’associazione di manufatti con i resti di una specie estinta di bisonte. I ritrovamenti avvenuti nei successivi ventidue anni misero sempre più in evidenza l’importanza sotto questo aspetto delle Pianure occidentali e delle provincie di Basin e Range nel Nord America. Poche notizie abbiamo sull’America Centrale e sul Sud America, ma scoperte come quelle di Bird, nel Cile Meridionale, indicano un’occupazione del Sud America anteriore all’estinzione del cavallo e del Nototherium. La recente scoperta dell’uomo di Tepexpan e di manufatti di epoca apparentemente più antica; nel Messico centrale, indica una occupazione umana di quella zona nel tardo Pleistocene. Nel Nord America l’industria di Folsom, meglio rappresentata, sinora, dalle collezioni della stazione di Lindenmeier nel Colorado, ha un’ampia distribuzione nelle Pianure. Un rozzo tipo di punta scanalata, ancora indatabile, ricorre abbondantemente negli Stati Uniti orientali. Tra i manufatti di FolSom, oltre alle tipiche punte scanalate, sono da ricordare le lame, i raschiatoi, i bulini, i percussori, le l!unte d’osso, i punte ruoli e gli aghi con cruna. La cultura di Folsom è stata sincronizzata, localmente, con la successione delle glaciazioni continentali ed europee, attraverso una serie di correlazioni, stabilite con le terrazze situate nelle vicinanze del giacimento e con le morene deI1e montagne poste immediatamente ad occidente. Su questa base Bryan e Ray credono che tale cultura sia riferibile all’epoca del ritiro del terzo sotto-stadio del Wisconsin, l’ultima maggiore glaciazione del Nord America, corrispondente al Würm dell’Europa. La cultura di Folsom fornisce un elemento utile per la datazione relativa di altre industrie e di tipi antichi di cuspidi litiche. Gli esemplari generalmente chiamati col nome di « punte di Yuma», di cui esistono parecchi tipi senza rapporti tra di loro, sono state recentemente definite col nome dei giacimenti-tipo (vedi illustrazioni). Sono tutti di epoca più tarda dell’industria di Folsom, in alcuni casi, a quanto pare, di un intero sotto-stadio glaciale. Il tipo di Plainview non è scanalato, ma è simile dal punto di vista. tipo logico alla punta di Folsom. La sola industria sicuramente anteriore a Folsom è quella di Sandia, trovata sottoposta a quest’ultima in una grotta del Nuovo Messico centrale. Le punte di Sandia, con intacco laterale, che sono state paragonate aI1e punte « a intacco » del Solutreano, erano associate a semplici raschiatoi e ad una fauna estinta, comprendente il Mastodonte. La distribuzione dell’industria di Sandia è incerta: ne sono state trovate solo pochissime punte. Nel deserto del1e province di Basin e Range, (parte occidentale delle Montagne Rocciose), molti ritrovamenti di cuspidi piuttosto rozze, associate a raschiatoi scheggiati e a grossolane mole, indicano una cultura più antica, diversa da quella delle Pianure. In parecchi casi, come a Gypsum Cave (Nevada) e nell’ Arizona Meridionale, vi sono associati animali estinti. Queste industrie, chiamate Gypsum, Finto, Mohave e Cochise, sono sovente definite, in complesso, come le antiche «desert cultures». Esse sono più tarde delle culture di Sandia e di Folsom, ma sono difficili a sistemare, con esattezza, nella successione climatica post-Pleistocenica, proposta dall’ Antevs per la regione. Nella Bat Cave (Nuovo Messico) un granturco primitivo fu trovato associato ad una industria della « desert-culture» databile approssimativamente al 2500 a. C. Benchè le testimonianze archeologiche dell’ Alaska siano molto scarse, alcune punte rassomiglianti al tipo di « Plainview “, trovate in depositi di fango gelato ed associate a fauna estinta, indicano la possibilità di una occupazione umana, nel tardo Pleistocene, della valle centrale dell’ Alaska. Questa fu una regione libera dai ghiacciai e le prove fornite sia dall’ Alaska che dalla Siberia fanno pensare alla possibilità di immigrazioni nel Nuovo Mondo, sia attraverso un ponte di terra, nel periodo dell’attività glaciale, che attraverso lo stretto di Bering durante epoche di clima più mite. Si crede che un accesso alle Pianure sia stato possibile attraverso un corridoio libero dai ghiacci, dal Bacino del Mackenzie, lungo il lato orientale delle Montagne Rocciose settentrionali. La documentazione geologica di una occupazione, nel tardo Pleistocene, del nuovo Mondo, non concorda, sin ora, con quella basata sulla comparazione tipologica col Vecchio Mondo. Soltanto col proseguire delle ricerche sul terreno nei due emisferi, si potranno finalmente risolvere tanti importanti problemi.

A. KIDDER, H.W. DICK – A review of the evidence for the antiquity of man in the New World

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