Atti della XXXIX riunione scientifica IIPP “Materie prime e scambi nella preistoria italiana”
Con la metodologia analitica non distruttiva in Fluorescenza a raggi X (Crisci et alii 1994) è stata determinata la provenienza delle ossidiane archeologiche rinvenute in numerosi siti neolitici italiani, nell’ambito del Progetto “Materie Prime” finanziato dall’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria. Questa metodologia permette di risalire alle aree d’origine delle ossidiane utilizzate per la fabbricazione dei manufatti rinvenuti negli scavi archeologici. L’analisi è condotta sui campioni integri, cioè senza le normali procedure (frantumazione e polverizzazione) cui si sottopongono le rocce per le analisi di routine in Fluorescenza X. Per individuare con certezza gli elementi chimici in tracce che permettono una caratterizzazione univoca delle diverse fonti di ossidiane, sono state preliminarmente eseguite le analisi su polveri delle ossidiane geologiche, prelevate direttamente nelle zone di affioramento dell’Area Mediterranea localizzate in Sardegna, nella zona di M. Arci, nelle isole di Lipari, di Pantelleria e Palmarola, in Ungheria e nelle isole greche di Milos e Giali. L’origine delle ossidiane archeologiche è determinata confrontando la loro composizione chimica con le rocce degli affioramenti geologici, analizzando frammenti di esse assolutamente simili agli scarti di lavorazione che si rinvengono negli scavi archeologici. Poiché l’analisi è eseguita sul campione integro, per eliminare gli effetti di superficie legati alla forma dei campioni archeologici (che è inoltre diversa per ogni frammento), si utilizzano i rapporti di intensità degli elementi in tracce scelti anziché le loro concentrazioni assolute. Considerando che per uno stesso campione la radiazione emessa da due elementi chimicamente affini, analizzati contemporaneamente, subisce variazioni simili, i rapporti di intensità di tali elementi possono essere usati, in modo analogo, come concentrazioni reali e quindi per costruire dei diagrammi discriminanti che forniscono in modo univoco la provenienza delle ossidiane analizzate. Le ossidiane analizzate nel presente lavoro provengono da dieci siti archeologici ubicati in varie località italiane ed in prevalenza nell’Italia Centrale: Catignano, Chiarentana, Fossacesia, Grotta della Serratura, Monte Covolo, Neto, Santa Maria in Selva, Santo Stefano, Settefonti e Spazzavento. Sono stati analizzati in tutto 228 schegge e la provenienza è stata determinata per ben 216 frammenti. L’applicazione del metodo non distruttivo in X-RF, alle ossidiane archeologiche permette di risalire con certezza alla zona di provenienza, inoltre il metodo è poco costoso e di rapida applicazione in quanto, in tempi decisamente ridotti, si possono analizzare centinaia di campioni evitando selezioni che spesso portano ad escludere frammenti di particolare significato.