Atti della XXVIII riunione scientifica IIPP “L’arte in Italia dal Paleolitico all’età del Bronzo”
Sono trascorsi parecchi anni dall’inizio della ricerca e studio delle incisioni rupestri della Valle Camonica, tuttavia si è lontani da una precisa definizione culturale e cronologica dell’immensa mole di manifestazioni paleoiconografiche. Le letture dei segni, spesso troppo sommarie e affrettate, l’assenza di specifiche conoscenze relative alle tecniche di incisione, supportate anche da adeguate sperimentazioni delle stesse; la creduta appartenenza esclusiva di stili figurativi a precisi momenti archeologici, hanno sovente ingenerato confusione e indotto ad attribuzioni cronologiche e, conseguentemente, culturali, errate. L’applicazione di più moderni metodi di indagine (tra l’altro anche maggiormente rispettosi dei documenti), di più oculate analisi tecniche, la realizzazione di rilievi che non lasciano spazio alla fantasia riproduttiva, alla lettura interpretativa inevitabilmente soggettiva, hanno condotto a risultati che mettono in discussione non solo i metodi di analisi, ma anche le definizioni cronologiche attribuite alle singole figure, a scene, ad interi complessi incisi, tanto relative quanto assolute. Si è scoperto così che figure o complessi incisi, letti in un modo, solo in realtà molto diversi (si veda, tra i tanti, l’esempio della stele n. 1 di Castionetto o la scena della roccia n. 50 del Parco Nazionale di Naquane); che incisioni considerate di un certo periodo si sovrappongono a figure che si sono rivelate sicuramente molto più recenti; che tipi figurativi considerati “fossili guida” di un periodo, si ritrovano anche in tutti gli altri, ecc. Necessita, quindi, una revisione globale ed al contempo particolareggiata del patrimonio paleo- iconografico camuno, corroborata dalla applicazione di nuovi metodi di lavoro che diano garanzie scientifiche.