Atti della XXI riunione scientifica IIPP, Il Bronzo finale in Italia
L’episodio più rilevante del BF nella Valle del Fiora è dato dalla presenza a Crostoletto di Lamone e a Sorgenti della Nova di strutture monumentali che permettono di ipotizzare l’esistenza di un ceto gentilizio e un fenomeno di proturbanizzazione. In questa prima parte si sostiene l’importanza, ai fini di una esatta comprensione del fenomeno, di un’analisi approfondita anche degli altri rinvenimenti contemporanei, che non presentano caratteri di eccezionalità, ma costituiscono il tessuto connettivo in cui i fenomeni sopra descritti affondano le proprie radici. Come primo più importante approccio, si propone l’organizzazione dei rivenimenti in una grata cronologica all’interno del BF, sulla base di alcune associazioni e della presenza di elementi di bronzo tipologicamente e cronologicamente ben definiti. Vengono presentati i risultati delle campagne di scavo, condotte negli anni 1974-1977, nell’insediamento dell’Età del Bronzo Finale, situato sull’altura che sovrasta le Sorgenti della Nova (Viterbo). Si tratta di un abitato proto-urbano a strutture di tipologia variata: capahne a pianta curvilinea o quadrangolare, parzialmente infossate nella roccia della sommità della collina, e grotte artificialmente ricavate nelle pareti del pendio. I materiali, quasi esclusivamente fittili, si inseriscono nell’orizzonte culturale della facies protovillanoviana di Tolfa-Allumiere.
Il complesso, oggi distrutto da lavori agricoli, si estendeva a ridosso della Selva del Lamone su una superficie di almeno 25 ha e constava di un’area sepolcrale con tumuli e di strutture megalitiche dalla complessa planimetria e di dubbia interpretazione (area sacra o abitato?) per la mancanza di indicazioni stratigrafiche. Il presente lavoro prende in esame una scelta preliminare e parziale dei materiali ceramici, metallici e litici provenienti dall’abitato: ne risulta che l’insediamento durò per un lungo arco di tempo, almeno dal Bronzo antico, per continuare nelle fasi del Bronzo medio, recente e finale, contrariamente a quanto si pensava nel passato. Tuttavia è impossibile dire a quando risalgano i muraglioni a secco in massi trachitici che rappresentavano le uniche strutture evidenti dell’abitato, se si eccettuano i fondi di capanna presenti all’interno della selva e non ancora esplorati. Per quanto riguarda i tumuli si sono considerate le strutture che risultano abbastanza varie: infatti si va dal tumulo con corridoio dolmenico, al tumulo con ciste litiche, al tumulo senza apparente suddivisione in tombe, a tumuli forse solo sacrali. La presenza del rito incineratorio ed inumatorio conferma la complessità dell’attribuzione cronologica e culturale delle sepolture i cui corredi vengono qui interamente presentati. In base allo studio di questi materiali, che appartengono in larga prepon. deranza al Bronzo finale, ma che sono talora commisti a materiale più antico, e in base all’osservazione della compresenza, ma non necessariamente con temporaneità, di incinerazione ed inumazione, si può ipotizzare che su un impianto tombale a tumuli, attribuibile al Bronzo medio o recente, con rito inumatorio, si sia inserita una riutilizzazione successiva nel Bronzo finale, con rito incineratorio.