Rivista di Scienze Preistoriche, vol. XXX, (1975)
Come è già stato rilevato per gli strati superiori epigravettiani (17-1) di Grotta Paglicci, anche l’industria dell’osso degli strati gtavettiani (21-18) del giacimento appare assai scarsa e tipologicamente povera. Da un insieme di utensili piuttosto banali si differenziano peraltro due pezzi di morfologia caratteristica, ben confrontabili con una serie di simili strumenti denominati «Sagaies d’Isturitz », recentemente assunti quali fossili guida del Perigordiano Superiore classico a bulini di Noailles. Viene quindi analizzato un gruppo di arnesi in calcare (ritoccati), ricavati da ciottoletti fluviali appiattiti. Essi sono tipologicamente distinguibili secondo il contorno, che può essere subrettangolare, ovalare o più raramente triangolare. Tale tipo di utensili appare ben rappresentato nello str. 21, mentre si riduce molto nello str. 20 e viene a mancare negli str. 19 e 18. Sono infine descritti diversi oggetti ornamentali ed un pezzo di arte mobiliare, consistente in una scheggia corticale di selce con una serie di nove linee parallele incise. Tale reperto documenta sin dallo str. 21b, in associazione con industrie litiche di tipo Gravettiano Superiore, la caratteristica usanza di incidere il cortice degli arnioni di selce: usanza ricorrente in seguito nell’Epigravettiano della stessa Grotta Paglicci e di altri coevi giacimenti italiani.