Atti della XXVI riunione scientifica IIPP “Il Neolitico in Italia”
IL NEOLITICO DELLA SARDEGNA. – In prima formulazione dietro le acquisizioni paletnologiche dell’ultimo decennio, l’enunciata tripartizione del Neolitico sardo, in ampi cicli di generale divulgazione, prospetta una più compiuta e concreta strutturazione del continuum storico-culturale insulare nel suo raccordo mediterraneo sulla definizione delle periodizzazioni che ora si delineano in relazione alle seguenti fasi di:
A) approdo e prospezione territoriale, scoperta dell’unica fonte del Monte Arci e irradiazione dell’ossidiana, in Corsica già nei livelli inferiori di Basi: primo quarto del VI millennio a.c.;
B) Su Carroppu, a industria litica esclusivamente in ossidiana e « cardiale » differenziato rispetto al filone sardo-corso Basi. Filiestru: VI.V millennio a.c.;
C) Filiestru « cardiale »: prima metà del V millennio a.c.;
D) Filiestru. Sa Korona-Grotta Verde « epicardiale »: seconda metà del V millennio a.c.;
E) Filiestru finale a ceramiche non decorate: fine V millennio a.c.;
F) hiatus di transizione: primo quarto del IV millennio a.c.;
G) Bonu Ighinu: secondo quarto del IV millennio a.c.;
H) Bonu Ighinu-Necropoli di Cùccuru Arrius: probabile metà del IV millennio a.c.;
I) « facies neolitico-superiore» di Cùccuru Arrius-San Ciriaco: probabile terzo quarto del IV millennio a.c.;
L) Ozieri: ultimi secoli del IV-primi del III millennio a.c.