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La necropoli di San Giorgio di Angarano

Atti della XXI riunione scientifica IIPP, Il Bronzo finale in Italia

L’identificazione delle tombe e in molti casi la ricomposizione dei corredi della necropoli di San Giorgio di Angarano, scavata fra l’autunno e la primavera del 1926-27 da E. ‘Ghislanzoni, ha permesso una revisione tipologico-cronologica dei materiali della necropoli. Sulla base della tabella delle associazioni dei tipi e di alcuni motivi decorativi è stata formulata una sequenza relativa delle tombe, successione comprovata anche dal confronto con materiali di altre necropoli o insediamenti di alcuni tipi metallici che, per la loro unicità nei corredi identificati, non sono potuti entrare a far parte della tabella sopra citata. La necropoli di Angarano sembra articolarsi in tre fasi due delle quali riferibili culturalmente alla facies protovillanoviana mentre l’ultima è ascrivibile già alla prima età del Ferro, vale a dire, in termini di cronologia centro-europea, alla fine della fase Ha A, (XI sec. a.c.) e alle fasi Ha B. (X sec. a.C.) e Ha B, (IX sec. a.C.). Dalla planimetria della necropoli, il cui uso viene a cessare a contatto col mondo paleoveneto (Il periodo atestino della cronologia Fogolari-Frey), si rileva lo stesso modulo di deposizione funeraria per «grossi raggruppamenti» come nel sepolcreto di Vadena. La parziale contemporaneità delle deposizioni delle tre principali concentrazioni di tombe deve aver riflesso, almeno per le ultime due fasi, una suddivisione per gruppi familiari all’interno dell’abitato stesso.

E. BIANCHIN CITTON – La necropoli di San Giorgio di Angarano

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