Rivista di Scienze Preistoriche, vol. XXXII, (1977)
Dal giacimento di San Romano, situato su una terrazza del fiume Amo, proviene un’industria di un migliaio di strumenti riferibile al Paleolitico superiore arcaico. La materia prima è soprattutto il diaspro proveniente da ciottoli fluviali. Fra gli strumenti i raschiatoi sono in gran quantità (42%) e comprendono molti tipi a ritocco marginale, oltre ad una categoria di «semierti» caratteristica. Le lame sono poche. Il substrato, molto alto (79%), è formato anche da un forte gruppo di denticolati. Gli elementi più significativi sono le punte a dorso incurvato e i geometrici semi- lunari a dorso spesso. È anche di rilievo un blocco che comprende troncature su scheggia, spesso parziali, e becchi-troncature. I grattatoi (4%) sono per oltre la metà carenati e comprendono tipi a muso e nucleiformi. I bulini sono pochi e semplici, in qualche caso carenati. Sono presenti dei pezzi scagliati. Da un punto di vista tipometrico l’industria è costituita in massima parte da schegge; lo spessore dei pezzi è alto e l’indice di carenaggio ha frequenze massime intorno a 2. L’attribuzione culturale è all’Uluzziano, probabilmente in un suo momento evoluto quando ai caratteri castelperroniani cominciano ad aggiungersi quelli aurignacoidi. I confronti possibili sono con Indicatore con somiglianze strettissime, con lo strato D della Grotta del Cavallo e, in prospettiva più recente, con S. Pietro a Maida e il Maroccone.
A. DANI, P. GAMBASSINI – L’industria uluzziana di S. Romano (Pisa)