Perché una mostra sul rapporto tra l’uomo e le piante nella preistoria? I motivi di questa scelta sono molteplici: innanzitutto c’è il desiderio di far comprendere meglio le problematiche di una disciplina che in Italia è scarsamente nota e che difficilmente si studia nelle scuole.
Un altro degli intenti che ha ispirato la mostra è stato anche quello di far conoscere ai giovani le piante che ancora oggi fanno parte integrante della nostra vita: sempre più frequentemente si constata come i giovani non conoscano la natura e non sappiano spesso riconoscere le piante più comuni.
Proprio le piante, nella preistoria come oggi, hanno condizionato lo sviluppo culturale e tecnologico dell’umanità: i cambiamenti ambientali dovuti alle variazioni climatiche del Quaternario hanno causato innumerevoli variazioni dei paesaggi e delle risorse, variazioni cui l’uomo si è sempre saputo adattare, sfruttando al meglio tutto quanto offriva l’ambiente in cui viveva.
La mostra prende in esame i reperti di un lungo arco cronologico, dal Paleolitico inferiore all’età del Bronzo, cercando di evidenziare i progressi tecnologici che si sono susseguiti dai cacciatori raccoglitori del Paleolitico, agli agricoltori allevatori del Neolitico e dell’Età dei Metalli fino alle soglie dell’Età del Ferro.