Atti della XXVIII riunione scientifica IIPP “L’arte in Italia dal Paleolitico all’età del Bronzo”
Gli Autori illustrano una serie di oggetti d’arte, di età epigravettiana, proveniente dagli scavi, vecchi (anni ’60) e nuovi (anni ’70 – ’80) nella Grotta Paglicci (Promontorio del Gargano). Si tratta, in primo luogo, di un frammento di lastra calcarea (appartenente con molta probabilità al soffitto della grotta), sul quale è dipinta in rosso cupo la parte posteriore di un equide in corsa. Per il suo stile, la figura richiama un po’ i “cavalli cinesi” di Lascaux. Il livello archeologico che conteneva il frammento (14A-base), con industria dell’Epigravettiano antico a elementi a “cran”, è stato datato a 16.000 anni circa da oggi: ciò che costituisce un termine ante quem per l’età dell’esecuzione della pittura sul soffitto. Gli altri oggetti rientrano nell’arte mobiliare. Dagli strati 9-8, a industria dell’Epigravettiano evoluto (e datati fra il 15.300 ed il 15.500 circa da oggi) provengono due blocchi calcarei graffiti, il primo con il profilo di un uccello, attribuibile al genere Alca (Alca impennis o Alca torda), il secondo con i profili di una testa di bave e di una testa di cervide. Lo stile di questi graffiti, francamente mediterraneo (sensu Graziosi), richiama molto da vicino quello di altri oggetti d’arte mobiliare; già rinvenuti da F.Zorzi negli stessi livelli. L’arte geometrica e schematica è rappresentata da un ciottolo di forma oblunga, graffito con un motivo lineare, raccolto nello strato 2 (a industria dell’Epigravettiano finale e datato attorno a 11.400 anni da oggi), e da un ciottolo piatto con profonde incisioni, apparentemente geometriche, ma che potrebbero essere interpretate come rappresentazioni molto schematizzate della figura umana. La posizione crono-stratigrafica di quest’ultimo ciottolo non è del tutto chiara. Gli oggetti d’arte qui descritti portano un nuovo contributo alla conoscenza dell’evoluzione dell’arte paleolitica della Grotta Paglicci e, più in generale, dell’Italia meridionale.