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Scomparso il Prof. Santo Tinè

E’ mancato ieri all’affetto dei suoi cari e alla comunità scientifica degli studiosi di Preistoria e Protostoria
il Prof. Santo Tinè.
L’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria esprime ai familiari la più viva partecipazione al loro dolore,
anche a nome di tutti i colleghi che lo hanno conosciuto e stimato.
Una breve commemorazione del Prof. Tinè si terrà in ospedale a Padova alle 9,00 di mercoledì e i funerali si svolgeranno il giorno stesso alle 14,30, nella chiesa parrocchiale di Camigliano Santa Gemma (Capannori, Lucca)

Prof. Santo Tiné
E’ nato a Canicattini Bagni, in provincia di Siracusa, il 21 dicembre 1926. Dopo aver conseguito la maturità classica presso il Liceo Classico ‘T. Gargallo’ di Siracusa si iscrive a Fisica, ma frequenta poco assiduamente i corsi dedicandosi all’attività di fotografo professionista e poi compiendo il servizio militare a Firenze. Grazie alle sue competenze fotografiche e alla casuale scoperta di un vaso di cultura castellucciana nella Grotta Monello conosce Luigi Bernabò Brea, allora Soprintendente alle Antichità della Sicilia Orientale, che lo fa assumere in Soprintendenza – nel 1952 – come aiuto-fotografo e poi come assistente di scavo. Nel particolare clima della Siracusa degli anni ’50 il giovane Tiné partecipa attivamente alla fervida attività archeologica promossa da personaggi del calibro di Bernabò Brea e di Antonino Di Vita (allora Ispettore nella stessa Soprintendenza), realizzando numerosi scavi in siti di epoca pre-protostorica e classica nel Siracusano (a Stentinello e nelle grotte Chiusazza, Conzo e Palombara), nel Catanese (grotte Novalucello e di Adrano) e nell’Agrigentino (necropoli di Tranchina e grotte Zubbia e Ticchiara). La partecipazione attiva alle numerose spedizioni speleologiche organizzate in quegli anni da Giulio Perotti e da altri membri del CAI di Trieste lo rende partecipe di scoperte straordinario, come quella delle deposizioni votive di età eneolitica nelle grotte del Monte Kronio di Sciacca, fatte oggetto successivamente di diverse campagne di scavo, che hanno rivelato la più importante sequenza stratigrafica della Sicilia centro-orientale.
Con una borsa di studio del Peabody Museum viene ammesso a frequentare, tra il ’58 e il ’61, i corsi dell’Università di Harvard (Boston, MA), dove consegue il Master in Antropologia e Preistoria.
Rientrato in Italia si sposa con l’archeologa classica Fernanda Bertocchi e si trasferisce, nel 1962, presso la Soprintendenza alle Antichità della Calabria, dove allestisce la sezione preistorica del Museo Nazionale di Reggio Calabria e conduce scavi nel sito del Neolitico iniziale di Favella della Corte, nella Grotta Sant’Angelo III di Cassano Ionio e, in collaborazione con Paolo Graziosi, nella Grotta del Romito di Papasidero.
Nel 1964 si trasferisce con la moglie alla Soprintendenza alle Antichità della Puglia, dove allestisce la sezione archeologica del Museo Civico di Foggia e conduce scavi nei siti neolitici di Passo di Corvo, Guadone, Scaramella S. Vito e Grotta Scaloria.
Nel 1967 consegue la Libera Docenza in Paletnologia presso l’Università di Firenze e nel 1968
riceve l’incarico di docenza in Paletnologia nell’Università di Genova, dove diviene Professore Stabilizzato nel 1973, Associato nel 1983 e Ordinario nel 1986.
Dal 1976 al 1996 è Direttore dell’Istituto di Archeologia dell’Università di Genova e dal 1976 al 1987 membro del Consiglio Nazionale per i Beni Culturali e del Comitato di Settore per i Beni Archeologici.
Fino al pensionamento e, poco dopo, alla parziale immobilità provocata da un grave ictus (2002), ha diretto importanti progetti di scavo e ricerca su siti-chiave di età pre-protostorica, come quelli nelle caverne liguri dell’Arene Candide e della Pollera, nei siti neolitici meridionali di Passo di Corvo, Grotta Scaloria (in collaborazione con M. Gimbutas), Serra d’Alto e Favella, nella palafitta lombarda dei Lagazzi di Vhò e nel santuario pre-nuragico di Monte d’Accoddi (SS).
All’estero ha condotto scavi e ricerche in Libia, nel Fezzan, in collaborazione con Paolo Graziosi e Fabrizio Mori e in Grecia, a Lemnos (Poliochni) e a Cefalonia, per conto della Scuola Archeologica Italiana di Atene.
Era Presidente dell’Istituto Italiano di Archeologia Sperimentale di Genova, Socio dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria e della Società Archeologica di Atene.

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