Torna agli articoli

Il Paleolitico della Campania

Atti della XVII riunione scientifica IIPP, in Campania

Il Paleolitico inferiore in Campania, a parte alcuni reperti sporadici, e non tutti noti, del Beneventano e dell’Avellinese, è rappresentato finora unicamente a Capri e nei dintorni di Marina di Camerota. Circa l’industria, in parte bifacciale, in parte su scheggia, di Capri resta aperto il problema della sua attribuzione, o ad un unico insieme acheuleano (Radmilli), o a vari aspetti e periodi del Paleolitico inferiore: Abbevilliano, Acheuleano, Clacto-Tayaziano, Protomusteriano (Blanc e Cardini); insoluto è pure il problema della contemporaneità o meno delle industrie e delle faune. A Marina di Camerota, sebbene molto del materiale raccolto provenga dalla superficie del suolo, è possibile riconoscere due diversi momenti dell’Acheuleano: una facies «arcaica », a rozzi e tozzi bifacciali, che pare localizzata in una sabbia rossa cementata a screziature bianche (str. 2 della Cala Bianca), ed una facies «evoluta », con bifacciali di forma più slanciata e appuntita, la quale interessa depositi sabbiosi rubefatti e un paleosuolo soprastanti (strati 3 e 2 di Cala d’Arconte). Il Paleolitico medio in Campania è ben rappresentato, specialmente lungo la costiera salernitana. A Marina di Camerota, le imponenti serie stratigrafiche della Grotta e del Riparo del Poggio, che vengono vicendevolmente ad integrarsi, permettono di stabilire una complessa periodizzazione del Musteriano. La facies più antica, costituita da un Micromusteriano denticolato di tecnica assai grossolana e con elementi di ricordo tayacoide, interessa la base del deposito della Grotta del Poggio (str. 13-3). Al di sopra, nella medesima grotta, si ha un orizzonte musteriano di tipo laquinoide, notevolmente diverso dal primo (str. 2). La serie si continua nell’attiguo riparo omonimo, che, al di sopra di alcuni livelli (str. 18) contenenti industrie assimilabili a quelle dello strato 2 della grotta, possiede tutta una pila stratigrafica (in parte ancora in via di esplorazione), testimoniante una evoluzione del Musteriano da forme ancora legate in parte alla tecnica laquinoide a forme più levalloidi. I livelli superiori del Riparo del Poggio (str. 10-9), che rappresentano il termine più recente della serie locale, restituiscono industrie musteriane decisamente evolute, frequentemente laminari. Anche la periodizzazione del Paleolitico superiore campano si basa essenzialmente su alcune serie di Marina di Camerota e dintorni, in particolare su quella della Grotta della Cala. Qui il termine più antico finora riconosciuto (str. Beta I-Il e Q) è costituito da un Gravettiano evoluto a bulini di Noailles molto rari e che vengono verso l’alto completamente sostituiti da forme, sempre piccole ma sprovviste della caratteristica tacca di arresto «Paranoailles»). Nella Grotta della Cala, tra il livello Gravettiano evoluto ora citato (datato col C14 al 28.000-27.000 circa da oggi) e i soprastanti livelli dell’Epigravettiano avanzato esiste una lacuna, che potrebbe essere colmata dall’industria della Grotta della Cala delle Ossa a Palinuro (probabile Epigravettiano antico a Foliati). L’Epigravettiano della Grotta della Cala si articola in varie fasi: Epigravettiano evoluto, dapprima a frequenti dorsi e troncature (str. P-O), poi a geometrici (str. N.M); Epigravettiano finale (str. L-G), con caratteri romanelloidi molto attenuati, e che in parte sembra rientrare nel «Mesolitico», per il predominare in alto, tra le faune, di resti di Uccelli e di Molluschi terrestri e marini. Una datazione col C14, relativa a questo periodo (str. H), si aggira sui 12.000 anni da oggi.

A. PALMA DI CESNOLA – Il Paleolitico della Campania

Add Your Comment

Codice Fiscale: 01322310481 Powered by Webshop – Web Agency Pescara